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Vittoria di Greenpeace: nessun risarcimento di 600 miliardi a EVC e Solvay
per campagna PVC
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Roma, 13 febbraio 2003 - Greenpeace vince la battaglia legale ingaggiata da
Solvay ed Evc (European Vinyls Corporation Italia) leader mondiali nella
produzione di pvc, che avevano citato per danni l'associazione
ambientalista, nell'aprile del '97, per la campagna contro i giocattoli in
pvc.
Il giudice della I sezione civile del Tribunale di Roma, Franca Mangano, ha
respinto la richiesta di risarcimento danni presentata dalle aziende.
"La Solvay e l'Evc chiedevano in via provvisionale 65,3 miliardi di lire,
lievitate poi fino a circa 600 miliardi- spiega Domitilla Senni, direttore
generale di Greenpeace adesso invece hanno perso e sono state condannate al
pagamento delle spese processuali. Speriamo serva di lezione ad altre
aziende, Esso in prima fila, che non hanno argomenti per replicare alle
nostre campagne e ci citano in tribunale"
Greenpeace aveva promosso nel 1997 una campagna contro l'uso di ftalati
(ammorbidenti) nei giocattoli in pvc morbido, denunciando il rischio del
rilascio dell'additivo e la sua pericolosita' per la salute dei bambini.
Alcuni ftalati, infatti, possono causare danni al sistema endocrino e
riproduttivo e dei composti sono sospettati di cancerogenicita'. Solvay ed
Evc (che rappresentano il 60% del mercato di PVC in Italia) hanno promosso 4
azioni legali contro Greenpeace, ritenendosi lese nei loro diritti
d'immagine, reputazione economica e iniziativa privata. Hanno affermato che
"la produzione e di prodotti di PVC non contribuiscono all'inquinamento da
diossine nell'ambiente" e ritenuto l'associazione colpevole di
"denigrazione, criminalizzazione e aggressione" del PVC e dei suoi
produttori.
"Le aziende hanno cercato di occultare, con l'uso martellante di ingiurie,
l'assenza di contenuti giuridicamente apprezzabili nelle loro contestazioni-
spiega Carlo d'Inzillo, legale dell'associazione Greenpeace aveva tutto il
diritto di informare i consumatori sulla pericolosita' per la salute del
PVC. Il Tribunale di Roma, con questa storica sentenza, ha sancito
l'infondatezza delle ridicole pretese di Solvay ed Evc e nello steso tempo
ha riconosciuto i diritti costituzionalmente protetti dei cittadini e delle
associazioni ambientaliste"
Dopo l'intensa campagna di Greenpeace contro i giocattoli in pvc l'allora
ministro della Sanita' Rosy Bindi firmo' a giugno 1999 un decreto per il
bando degli ftalati e a stretto giro segui' il bando europeo. Gia' prima del
bando, grazie alla pressione dell'opinione pubblica, i maggiori produttori
di giocattoli e prodotti per la prima infanzia hanno deciso di abbandonare
il PVC morbido nei giocattoli per la prima infanzia. "Continueremo ad
informare sui rischi associati al PVC in tutte le sue fasi. Il caso di Porto
Marghera ha reso evidente il gravissimo impatto ambientale e sanitario della
sua produzione, e i giocattoli per i piu' piccoli i pericoli connessi
all'utilizzo. Anche in fase di smaltimento, il PVC non smette di contribuire
all'inquinamento. Quando finisce negli inceneritori, puo' determinare il
rilascio di diossine nell'ambiente"
Appena saranno rese note le motivazioni della sentenza, Greenpeace valutera'
le possibili azioni giudiziarie da intraprendere nei confronti delle due
societa' per diffamazione e calunnia.